Il lungo cammino della libertà religiosa nell'Italia multiculturale
Il lungo cammino della libertà religiosa nell'Italia multiculturale
6 marzo 2019, ore 14,30-16,30

Il panel intende affrontare il dibattito contemporaneo sulla libertà religiosa in un’Italia multiculturale e multireligiosa, in cui movimenti xenofobi e razzisti rafforzano il loro discorso nei media e nel dibattito pubblico, rendendo difficile una discussione rispettosa della complessità di questo tema così importante. La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione italiana e dalle legislazioni antidiscriminatorie europee. Il confronto tra gli studiosi del panel parte da una riflessione storica sul lungo cammino della religiosità religiosa nell’Italia multiculturale, soffermandosi criticamente sul 1848-49 quando ai valdesi e agli ebrei furono concessi i diritti civili e politici, sulla Costituzione italiana del 1948 (art. 7 e 8, 19 e 20) subito dopo la Seconda guerra mondiale. Negli ultimi trent’anni, la società multiculturale in Italia è profondamente cambiata, specie in riferimento alla diversità religiosa, attraverso l’inclusione di migranti stranieri (alcuni giunti alla seconda e terza generazione) e di modelli di famiglie differenti (incluse le unioni civili, divorzio e famiglie ricomposte, minori non accompagnati ecc.). Il panel cercherà di soffermarsi criticamente su questi aspetti che riguardano le democrazie moderne nel lungo periodo, mettendo al centro dell’attenzione la libertà religiosa per tutti.

 

Modera:

Paola Schellenbaum, antropologa culturale - Seggio Società di Studi valdesi.

Interventi di:

Da eretici a sudditi, da resistenti a cittadini: il lungo cammino dei valdesi per l’affermazione della libertà religiosa in Italia (1848-1948)

Filippo Maria Giordano, Dipartimento di Culture, Politica e Società, Università degli Studi di Torino, Collaboratore Centro Studi sul Federalismo.

Il 17 febbraio 1848 i valdesi ottennero dal re Carlo Alberto di Savoia un riconoscimento inedito, esempio normativo originale in favore di un culto non cattolico, mostrando una vocazione liberale senza tradire però i parametri di una politica confessionista di chiara marca cattolica. La svolta storica apre a un lungo e difficile cammino di riconoscimento delle minoranze religiose in Italia. Con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana (1948), si fa più aspro il dibattito sulla libertà religiosa che trova, nei Patti lateranensi e nelle leggi razziali del 1938 la conferma di un clima confessionista e ancora persecutorio. I valdesi dunque si fanno resistenti contro il nazifascismo, portando avanti istanze democratiche e di difesa delle libertà religiose che avranno difficoltà ad affermarsi in maniera compiuta e soddisfacente nell’immediato dopoguerra, lasciando aperta la questione del pluralismo confessionale e del rapporto con lo Stato.

Il discorso sul multiculturalismo e del pluralismo religioso della destra italiana

Luca Ozzano, Dipartimento di Culture, Politica e Società, Università degli Studi di Torino.

La trasformazione in senso multiculturale e multireligioso è stata accolta da alcuni settori della società italiana, mentre è emersa nel sistema politico una resistenza crescente, specialmente tra i partiti e i movimenti della estrema destra, anticipati dalla ostilità verso gli immigrati e il pluralismo religioso da parte della Lega Nord, con diverse posizioni e cornici teoriche, nei confronti dell’Islam e dei simboli e pratiche religiose nella sfera pubblica. L’analisi mostrerà che il partito, nonostante affermi di basare le sue posizioni su una supposta identità cattolica, abbia in realtà adottato atteggiamenti molto distanti dalla Chiesa cattolica e abbia, non raramente e duramente, criticato il Vaticano sulle questioni legate all’immigrazione. Da posizioni neo-pagane e anti-clericali, vi è stata un’evoluzione verso la destra europea populista, segnalando che non stiamo solo assistendo a un fenomeno italiano, ma siamo di fronte a un trend europeo o anche globale.

Milano come crocevia di fedi e culture. Faro d’Italia?

Sumaya Abdel Qader, Vice Presidente Commissione Cultura, Comune di Milano.

Cresce nel nostro tempo la messa in discussione del cosiddetto modello multiculturale e la critica verso uno Stato che si prefigge di essere laico ma di fatto non lo è. Le religioni che parevano essere spinte sempre più nel privato tornano protagoniste. Cosa può succedere in un momento di fragile tenuta democratica, di crisi valoriale, di revival del passato con incapacità di proiettarsi al futuro e costruirne le basi, oggi, senza guardare in modo nostalgico al passato? Si analizza il caso di Milano, cercando di ampliare la riflessione sullo stato dell’arte in Italia e in Europa. Milano è una delle città con più alta presenza di fedi e culture in Italia e in Europa. Eppure qui “lo scontro di civiltà” non ha gli stessi risvolti negativi che ci sono altrove e la proposta milanese pare funzionare, come dimostrano le diverse comunità sempre più protagoniste della crescita economica ma anche culturale della città.

Il lungo cammino della legge sulla libertà religiosa in Italia

Valdo Spini, Già professore associato di storia economica delle relazioni internazionali, Università di Firenze, Presidente di AICI, Presidente Fondazione Circolo Rosselli.

L’intervento illustrerà il lungo cammino della proposta di legge sulla libertà religiosa, a compimento dell’art. 8 della Costituzione: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge [cfr. artt. 19, 20]. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano”. Si metterà in luce, da una parte, la lontananza di questo tema dal dibattito pubblico attuale e, dall’altra, l’urgenza per una ripresa della riflessione su una legge sulla libertà religiosa nell’Italia multiculturale di oggi.

 

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