Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Mardocheo De Vita

 Mardocheo De Vita (28 dicembre 1830 – 18 aprile 1906) frate cappuccino, garibaldino, pastore valdese.

Biografia

Nacque a Giffoni Valle Piana (SA) il 28 dicembre 1830. Sposò Caterina Corgialegno, da cui non ebbe figli.

Entrato nell’Ordine dei Frati francescani a quattordici anni, nel 1855 si distinse per la sua opera in favore dei colpiti dal colera. Nel 1861 lasciò il convento per unirsi come esploratore della spedizione di Garibaldi che dalla Sicilia risaliva verso Napoli, ricevendo un elogio particolare dal generale Carlo Mezzacapo al momento del congedo.

L’anno successivo a Salerno ebbe l’occasione di comprare da un colportore una Bibbia nella versione protestante di Giovanni Diodati, si avvicinò alle idee evangeliche e, con una lettera di presentazione del pastore Giorgio Appia, si iscrisse nell’autunno del 1862 alla Facoltà valdese di Teologia a Firenze. Durante il triennio di studi teologici visitò la comunità di Rio Marina insieme al collega Gioacchino Gregori.

Venne consacrato a Torre Pellice nel 1866 e inviato in sostituzione di Giorgio Appia a Napoli come pastore titolare fino al 1873: dal capoluogo campano visitò le comunità nascenti di Fragneto l’Abate e a San Bartolomeo in Galdo, e prestò la sua opera durante l’epidemia di colera del 1867in cui morì Gioacchino Gregori. Nel 1873 presentò le dimissioni al Comitato di Evangelizzazione, decisione che ritirò poco dopo.

In seguito fu coadiutore in Toscana: a Pisa (1873-1875), Lucca (1875-1882), Firenze (1879-1880); nel settembre 1877 curò anche Pisa per l’assenza di Giovanni Daniele Rostagno, nel 1879 cominciò una piccola opera di evangelizzazione a Barga. La sua opera fu anche richiesta a Livorno, dove surrogò Enrico Meille, e nei primi mesi del 1880 fu inviato come sostituto di Giuseppe Quattrini a Brescia.

Trasferito a Brescia dal 1882 al 1885 con visite a Chiari, Edolo, Barghe e saltuariamente a Castiglione, Guidizzolo e Mozambano, infine servì la chiesa di Corato e le comunità in formazione di Ruvo di Puglia e Cerignola.

Nel giugno 1887 presentò nuovamente le sue dimissioni, lasciando la chiesa di Corato in seguito all’impossibilità di continuare a collaborare con il colportore Gaetano Palumbo che lo affiancava nella conduzione della comunità, e alla conseguente crisi di rapporti con il presidente del Comitato di Evangelizzazione pastore Matteo Prochet. In seguito la situazione si risolse e, escluso dal ruolo dei pastori nel 1887, De Vita venne riammesso dal Sinodo valdese dell’anno seguente, con la conferma della sede di Corato, dove rimase fino al 1902. Dal 1890 all’ottobre 1894 si occupò anche di Lecce, Brindisi e per un anno di Taranto, con residenza a Bari eccetto che dal 1896 al 1899, periodo in cui fu spostato a Corato anche per la contemporanea presenza a Bari del pastore Pietro Mariani, già della Chiesa Cristiana Libera.

Emeritato nel 1902, morì a Firenze il 18 aprile 1906 dopo due anni di sofferenze causate da una paralisi che gli aveva tolto anche l’uso di parola.

Fonti archivistiche

Archivio Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 32, De Vita Mardocheo.

Bibliografia

A. Meille, Mardocheo De Vita, in «L’Écho des Vallées», 17, 27 aprile 1906.spazio
Mardocheo De Vita, in «L’Italia Evangelica», 28 aprile 1906.

Immagini

  • A cura di Gabriella Ballesio
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