Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Giovanni Gervasoni

Giovanni Gervasoni (1909 – 1945) maestro elementare, dissidente politico, deportato, divenuto evangelico fu membro della Chiesa Metodista Episcopale.

Biografia

Nato a Venezia da una famiglia di umili origini, dopo aver completato gli studi nella sua città natale decise di diplomarsi per diventare maestro elementare. Convertitosi al protestantesimo nel dicembre del 1930, entrò a far parte della comunità metodista episcopale di Venezia.

Iscritto fin da giovane al partito repubblicano, a partire dal 1930 si fece promotore di un gruppo impegnato nella diffusione della stampa antifascista. Grazie alla sua amicizia con il pastore Anselmo Ammenti, il gruppo si riunì prima nei locali della chiesa metodista e in seguito nella casa pastorale, offerta da Ammenti al fine di non compromettere la comunità. Arrestato nel 1932 come sovversivo, venne rilasciato in breve tempo e sottoposto ad una stretta sorveglianza.

Nel 1935 fondò insieme ad altri giovani evangelici come Giovanni Vezzosi e Ferdinando Geremia un nuovo gruppo impegnato nella distribuzione clandestina di materiale proveniente da Giustizia e Libertà. L'attività del gruppo venne interrotta nell'aprile di quello stesso anno, quando diversi elementi vennero arrestati. A farne maggiormente le spese furono il pastore metodista di Padova Dante Seta e lo stesso Gervasoni, condannato a cinque anni di confino per le sue attività sovversive.

Trasferito sull'isola di Ventotene nel luglio di quello stesso anno, richiese senza successo di mettersi in contatto con il pastore Lucio Schirò e con il suo amico Anselmo Ammenti.

Nel 1937 venne arrestato e deferito al Tribunale speciale per la difesa dello stato di Roma. L'accusa era quella di aver collaborato con il medico Romolo Quarzola, anche lui al confino a Ventotene. I due avevano tentato di far uscire clandestinamente dall'isola alcuni appelli e memoriali in cui si criticava aspramente la politica fascista. Condannato ad un anno e tre mesi, scontò la pena nelle carceri di Roma e di Civitavecchia.

Successivamente venne trasferito prima in una colonia penale a Ventotene (Isole Tremiti) e in seguito in diverse carceri pugliesi, tra cui quelle di Foggia e di San Severo.

Nel dicembre del 1938 venne inviato al confino sull'isola di Ponza, località in cui rimase fino al luglio dell'anno successivo. Ritornato a Ventotene, strinse profondi rapporti di amicizia con diversi antifascisti come Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Riccardo Bauer.

Alla scadenza della pena, nel 1941, il direttore della colonia penale di Ventotene richiese ed ottenne il prolungamento della pena per Gervasoni, il quale venne condannato a due anni supplementari di confino.

Liberato nel luglio del 1943, fece ritorno a Venezia. Entrato in contatto con le forze armate anglo-americane, divenne partigiano. Catturato dai tedeschi nell'estate del 1944, venne deportato a Dachau, dove morì all'inizio del 1945.

Bibliografia

G. Giavi, Gli anni oscuri, in 1943-1945. Venezia nella resistenza, testimonianze, a cura di G. Turcato e A. Zanon dal Bo, Venezia, Comune di Venezia, 1976, pp. 151-167.spazio
G. Rochat, Regime fascista e chiese evangeliche, Torino, Claudiana, 1990.spazio
V. Benecchi, Guardare al passato, pensare al futuro. Figure del metodismo italiano, Torino, Claudiana, 2011, pp. 19-26.spazio
C.S. Capogreco, I campi del Duce: l'internamento civile nell'Italia fascista, 1940-1943, Torino, Einaudi, 2004, p. 25.

  • A cura di Luca Pilone
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