Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Giovanni Bonnet

Giovanni Bonnet (15 dicembre 1876 - 30 dicembre 1950) pastore valdese, cappellano militare durante la Prima guerra mondiale, membro della Tavola Valdese, direttore de «L’Eco delle valli valdesi».

Biografia

Nato ad Angrogna, era il quinto figlio del pastore Stefano Bonnet e di Maria Travers.

Dopo aver completato gli studi superiori al Collegio valdese di Torre Pellice, si iscrisse alla Facoltà valdese di Teologia di Firenze, frequentando un anno di perfezionamento a Ginevra (1902-1903). Dopo aver compiuto l’anno di prova a Palermo (settembre 1903-aprile 1904), venne inviato prima a Livorno (luglio-settembre 1903) e poi a Siracusa (aprile-giugno 1904).

Consacrato pastore nel 1904, si occupò di diverse comunità delle Valli valdesi: Prali (1904-1909), Perrero (1909-1910), Prarostino (1910-1912) e Luserna San Giovanni (1912-1915; 1919-1922).

Durante il pastorato a Prali conobbe la moglie Giovanna Ohlsen (14 dicembre 1878 – 18 agosto 1957), giovane insegnante a Bellinzona, che sposò nel 1908. Dal matrimonio nacquero i figli Enrico (1909), Alfredo (Freddy, 1911) e Renata (1912). Una bambina, Nora, morì all’età di 19 mesi nel marzo del 1919.

Il pastorato a Luserna San Giovanni fu interrotto dalla Prima guerra mondiale: richiamato in servizio il 18 maggio 1915 come sottotenente di complemento nel I Reggimento Alpini Mondovì, inoltrò al Ministero della Guerra la richiesta di essere trasferito alla Sanità militare, per le difficoltà motorie derivate da una distorsione del piede destro avvenuta durante il servizio militare (compiuto negli alpini a Prali; per questo incidente era stato congedato anticipatamente nel 1901).

Nominato nel frattempo cappellano militare, passò un anno in prima linea e fu quindi assegnato alla Sanità a Torino anche grazie all’intervento del senatore Enrico Soulier che, insieme all’onorevole Edoardo Giretti, si adoperò per la presenza di cappellani valdesi per assistere i soldati evangelici. Durante la sua permanenza in quella località si occupò dell’istruzione di 650 reclute venendo promosso capitano nel giugno del 1916.

Nell’aprile dell'anno successivo fu trasferito a Verona perché assegnato come cappellano alla I e VI armata, a condizione di rinunciare al grado di capitano, in quanto tra i cappellani tale grado non era contemplato. La questione si protrasse per alcuni mesi: Bonnet propose di mantenere il grado rinunciando agli assegni da capitano, ma non gli fu concesso. Diede quindi le dimissioni dopo alcuni mesi, tornando alla direzione dell’ospedale militare a Torino. In sua sostituzione fu inviato come cappellano Alberto Fuhrmann.

Nel marzo 1918 fu inviato all’Intendenza della III armata, per decisione ministeriale, quale cappellano in sostituzione temporanea del pastore Eli Bertalot, in licenza.

Dopo alcuni mesi si ripropose la questione del grado, in quanto la Tavola valdese aveva proposto il suo nome per sostituire Enrico Pascal alla II armata, ma anche in questo caso la normativa vigente impedì la nomina.

Nei primi giorni del gennaio 1919 arrivò il congedo per gli ufficiali della sua classe, ma Bonnet fu trattenuto a causa della carenza di capi servizio, e poté tornare alla propria sede pastorale solo all’inizio di marzo, dopo quattro anni di assenza. Nel 1922 ricevette una “medaglia a ricordo della guerra europea” e nell’ottobre 1937 fu promosso tenente colonnello per anzianità.

Nel 1922 si trasferì a Genova, dove rimase fino al 1924, curando anche le comunità di Sanpierdarena e Savona. Nominato membro della Tavola valdese (lo fu a due riprese, nel 1922-1929; 1932-1934), si occupò delle chiese del II distretto, effettuando anche visite nelle comunità delle Puglie e degli Abruzzi (primavera 1923); già dal 1920 e poi come membro della Tavola, si recò più volte in Olanda come collettore.

Dal 1924 al 1938 fu pastore nella comunità di via IV novembre a Roma, continuando a seguire le chiese del IV distretto come membro della Tavola. Durante la sua permanenza in quella località, contribuì insieme al pastore Paolo Bosio alla formazione della nuova comunità di piazza Cavour, adoperandosi affinché non nascessero contrasti e dissidi all'interno delle due realtà evangeliche romane. Per alcuni anni le due chiese furono complementari, con molte attività in comune: dal 1931 assunsero una fisionomia indipendente, pur continuando a svolgere alcune attività congiuntamente.

Nel 1937 venne colpito da un attacco di cuore, dal quale si riprese ma che influì sul suo stato di salute negli anni seguenti. Tra il 1938 e 1939 si occupò della cura delle comunità di Pisa, Lucca e Siena, tornando con gioia a seguire le attività di piccole comunità, soprattutto i gruppi giovanili e le Scuole domenicali.

Nel 1939 venne trasferito a Sanremo, curando anche la diaspora (Loano, Alassio, Ceriana, Imperia, Albenga) fino a Savona. Fu un periodo difficile, non soltanto per i fatti drammatici legati alla Seconda guerra mondiale, ma anche per i contrasti interni alla comunità, che si protrassero per diversi anni.

All’inizio del 1943 le sue condizioni di salute si aggravarono; tornato nelle Valli valdesi durante l’estate, non riuscì a rientrare a Sanremo e fu quindi sostituito dal pastore Neri Giampiccoli.

Dopo un nuovo tentativo infruttuoso nella primavera del 1944, che gli procurò amarezza per la lontananza dalla propria comunità, riuscì a tornare a Sanremo solo nel giugno 1945, dove lo attendevano grandi lavori di risistemazione e ricostruzione degli edifici danneggiati dalla guerra (il tempio restaurato fu inaugurato nella domenica delle Palme 1946), la ripresa dei contatti nella comunità e l’assistenza ai più bisognosi.

Emeritato nel settembre del 1946, si ritirò a Torre Pellice, dove continuò a offrire il proprio aiuto alla locale comunità valdese. In quegli stessi anni compose una serie di articoli, in particolare lezioni bibliche per le scuole domenicali, su diversi giornali evangelici.

Fu direttore de «L’Echo des Vallées» all’inizio degli anni Venti e di nuovo per alcuni mesi dal maggio 1945, alla ripresa della pubblicazione dopo la guerra.

Morì a Torino il 30 dicembre 1950.

Fonti archivistiche

Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 300, Bonnet Giovanni.spazio
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie XIV, Sottoserie Cappellani Militari, cartella 5, Fascicoli cappellani militari (1912-1946).

Bibliografia

Necrologio in «L’Eco delle Valli Valdesi», n.1, 5 gennaio 1951.spazio
P. Bosio, Giovanni Bonnet, in «L’Eco delle Valli Valdesi», n. 2, 19 gennaio 1951.spazio
G. Bertinatti, Giovanni Bonnet, e M. Moreschini Una testimonianza, in «La Luce», n. 1, 12 gennaio 1951. G. Rochat, I cappellani valdesi, monografie edite in occasione del XVII febbraio, Torino, Claudiana, 1996.spazio
G. Rochat, Note sui cappellani evangelici 1911-1945, in La spada e la croce. I cappellani italiani nelle due guerre mondiali. Atti del XXXIV Convegno di studi sulla Riforma e i movimenti religiosi in Italia (Torre Pellice, 28-30 agosto 1994), a cura di G. Rochat, «Bollettino della Società di Studi valdesi», n. 176, dicembre 1995. In particolare, pp. 151-162.spazio
V. Vinay, Storia dei Valdesi, III. Dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico, Torino, Claudiana, 1980.

Immagini

  • A cura di Sara Tourn
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