Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Chiesa Evangelica Metodista d'Italia

Descrizione

Chiesa metodista

Nato in Gran Bretagna nella prima metà del XVIII secolo dalla predicazione del pastore John Wesley, critica nei confronti della Chiesa Anglicana, il movimento si diffuse in un primo tempo nel nord dell'Inghilterra dove la la popolazione viveva condizioni di vita particolarmente difficili a causa dei mutamenti economici causati dalla Rivoluzione industriale, per poi rafforzarsi nelle città del mondo anglosassone. Il movimento si estese rapidamente anche in America dove ebbe grande importanza nell'avanzata dei coloni verso l'Ovest. Molto importante fu la presenza metodista in campo sociale; furono spesso i predicatori metodisti e i membri attivi delle parrocchie che formarono i primi gruppi in ambiente operaio da cui nacquero le Trade Unions cioè i sindacati inglesi e americani.

Il Metodismo approdò in Italia con l'arrivo, nel 1859, del pastore William Arthur, segretario della Wesleyan Methodist Missionary Society, la quale era sorta negli ultimi decenni del Settecento al fine di portare il messaggio di un cristianesimo risvegliato oltre i confini dell'originaria Inghilterra. Al rientro di Arthur in patria, nel 1861, a recarsi in Italia furono Richard Green, che si stabilì a Firenze, centro dell'evangelismo di quegli anni, e il pastore Henry J. Piggott. Nel dicembre del 1861 i due si recarono inizialmente a Ivrea, città natale dell'ex seminarista Benedetto Lissolo, esule a Londra, per dare inizio all'attività di evangelizzazione nella città di Milano; alla predicazione si accompagnava la costituzione di scuole per l'istruzione primaria. Intanto Green compiva la sua opera a Napoli, fino a quando fu sostituito, a partire dal 1863, da Thomas W. S. Jones.

Con l'acquisizione del Veneto si aprì un nuovo campo di evangelizzazione e nel 1869 fu creata a Padova una Scuola teologica per la formazione dei predicatori, nasceva intanto il periodico «Il Corriere Evangelico» continuazione de «Il Museo Cristiano». Nel 1868 si costituì la Chiesa Evangelica Metodista in Italia, la quale rimaneva dipendente dalla Conferenza britannica ed era divisa in due distretti uno settentrionale uno meridionale, diretti da Piggott e da Jones.

Nel 1871 giunse dagli Stati Uniti il pastore Leroy M. Vernon inviato dalla Chiesa Metodista Episcopale degli Stati Uniti d’America, stabilendosi a Bologna, dove decise di insediare il centro della nuova missione metodista. Piggott e Vernon, incontratisi nell'ottobre di quello stesso anno si accordarono perché i due rami del metodismo, inglese e americano, agissero in Italia in modo complementare nella fondazione di chiese e di opere sociali.

Nel 1874 Vernon riunì a Bologna gli evangelisti costituendo la Chiesa Metodista Episcopale d'Italia; a partire dal 1878 prese vita il mensile «La Fiaccola». Nel 1886 dalla Chiesa statunitense fu decisa la divisione in due distretti, uno meridionale affidato a Vernon, uno settentrionale affidato a William Burt, il quale si adoperò per la formazione di un corpo pastorale, tramite la fondazione di una Scuola teologica. Nel 1889 nacque il periodico «L'Evangelista», che a partire dal 1903 divenne l'organo di stampa di entrambe le chiese metodiste pur continuando a dipendere dalla Conferenza metodista episcopale, e dieci anni dopo fu fondato l'Istituto Savonarola, una casa-rifugio per l'accoglienza dei preti che intendevano lasciare la Chiesa Cattolica. Un’ altra importante opera, che si sviluppò in collegamento con le missioni metodiste durante i primi anni romani, fu quella fra i militari italiani, guidata da Luigi Capellini, che costituì la Chiesa evangelica militare.

Nel trentennio a cavallo fra XIX e XX secolo l’impegno metodista fu notevole anche in ambito sociale e culturale, con la fondazione di scuole diurne e serali, di circoli culturali, di giornali e, soprattutto, con l’assistenza e l’impegno per la difesa dei diritti fondamentali delle fasce sociali più povere e sfruttate.

Nel 1905, in seguito alla fine dell'esperienza della Chiesa Cristiana Libera italiana (Chiesa Evangelica Italiana) le comunità e i pastori di questa denominazione furono accolti nei due rami del metodismo.

Il fascismo e la seconda guerra mondiale determinarono una fortissima crisi, culminata nel sequestro dei beni immobili di proprietà delle Chiese. Finita la guerra, nel 1946, i due rami del metodismo, quello inglese e quello americano, si unirono, fondando la Chiesa Evangelica Metodista d’Italia che rimase sotto la giurisdizione della Conferenza metodista britannica fino all’autonomia conseguita nel 1962. Nel 1975 la Chiesa metodista ha stretto un “Patto d’Integrazione” con la Chiesa Valdese, dando vita all’Unione delle chiese metodiste e valdesi in Italia, con unico Sinodo, comuni organi regionali e un unico ruolo pastorale e diaconale.

Fonti archivistiche

Archivio Storico delle Chiese Metodiste (in ATV).

Bibliografia

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spazio
http://www.metodisti.itspazio
http://www.chiesavaldese.org/

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  • A cura di Sara Rivoira
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