Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Alessandro Gavazzi

Antonio (Alessandro) Gavazzi (22 marzo 1809 – 9 gennaio 1889), frate barnabita, cappellano garibaldino, fervente oratore e patriota, tra i fondatori della Chiesa Cristiana Libera in Italia.

Biografia

Nato a Bologna, era il secondo dei venti figli del noto giurista Vincenzo Gavazzi, professore di Diritto all’Università di Bologna, e di Maria Patuzzi; suo fratello, Giovanni, morì nella battaglia di Curtatone nel 1848, e un altro, Andrea, combatté in Veneto.

A sedici anni Alessandro entrò nella Casa dei Barnabiti a Napoli, svolgendo il suo noviziato in Santa Lucia nel 1825. In seguito insegnò retorica nel Convitto di Pontecorvo e a Napoli.

Destinato al collegio barnabita di Arpino nel 1831, nel 1832 passò al collegio di Livorno, quindi a Genova, nel 1833 ad Asti e Alessandria, dove incontrò Ugo Bassi, già predicatore di fama, e iniziò l’attività di predicatore, sostenendo con forza la necessità di una riforma per ricondurre la Chiesa alle proprie origini. Per questo atteggiamento fu presto visto con sospetto dalle autorità civili e religiose (che inizialmente lo consideravano molto favorevolmente per la sua capacità di attrarre le folle).

Allontanato da Venezia nel 1836, fu trasferito a Moncalieri (Torino) dove si scontrò con i Gesuiti, prendendo posizione contro il loro ruolo nell’istruzione, motivo per il quale fu espulso dal Piemonte. Diventato cappellano delle carceri a Parma, promosse la nascita di una società per la protezione degli ex carcerati e delle loro famiglie, tema che affrontò anche in alcuni scritti. Continuò a predicare a Orvieto e Ancona, stimolando nei giovani l’amor di patria, e fu quindi destinato al convento di San Severino Marche, dove rimase fino all’aprile 1847 e ritrovò l’amico Ugo Bassi.

Con la nomina a papa di Pio IX, ottenuta l’amnistia, Gavazzi si dedicò a un’intensa attività di stampa, pubblicando inni e salmi in suo favore. In seguito al cambiamento della sua politica, il Papa sarebbe diventato uno dei principali bersagli dei suoi attacchi.

Nominato cappellano di un corpo di spedizione in difesa dei confini dello Stato Pontificio, percorse la Romagna e il Veneto insieme all’amico Ugo Bassi, infiammando le folle e provocando tumulti. Fermato a Bologna dalla polizia il 17 novembre 1848 per essere incarcerato, fu rilasciato per intervento dei Viterbesi. Tornato a Roma dopo la fuga del Papa a Gaeta, fu inviato a Venezia, e da qui nuovamente espulso, andò a Ravenna.

Tornato a Roma al seguito di Garibaldi, prese parte alla difesa della Repubblica nel 1849 come cappellano militare e fu nominato, insieme a Bassi, ispettore degli ospedali della Repubblica romana, occupandosi fino all’ultimo anche dell’assistenza dei feriti.

Caduta la Repubblica, scampando miracolosamente alla cattura grazie ad un passaporto statunitense e a un salvacondotto francese, fu esule a Londra e in Scozia, dove visse un periodo di difficoltà, dando lezioni di italiano. In quegli anni, intorno al 1850, maturò il proprio distacco dalla Chiesa cattolica: prese in affitto una cappella battista e iniziò a predicare agli italiani contro il malgoverno papale; fu così notato da Lord Palmerston, che gli offrì un locale più adatto.

La sua fama di oratore si affermò anche in Inghilterra e in Scozia, dove iniziò una serie di conferenze, inizialmente tenute in italiano: ancora con l’abito da frate, attirò un numero crescente di persone, soprattutto del ceto medio-alto, e i primi finanziamenti.

Si recò quindi in Irlanda, e tra il 1853 e 1854, su invito della American and Foreign Christian Union, negli Stati Uniti e in Canada, infiammando le folle nei suoi comizi per la libertà nazionale, che suscitavano sentimenti contrastanti: scatenò la reazione dei cattolici irlandesi e scampò a diversi tentativi di omicidio.

A New York affittò una cappella per i compatrioti, dove predicò per diversi mesi, promuovendo la nascita di una comunità italiana e la campagna risorgimentale, anche attraverso la fondazione del giornale «The Crusader» e conferenze in diverse città.

Tornato in Inghilterra, pensò di creare una chiesa riformata italiana a Londra, dove aprì una nuova cappella, e proseguì le sue conferenze in diverse parti della città, sensibilizzando molte persone alla causa italiana, tra cui il pastore metodista Henry J. Piggot, che in seguito decise di impegnarsi in Italia.

Quindi, seguendo l’esempio di Luigi Desanctis, si impegnò nella missione di evangelizzazione dell’Italia.

Tornato in Italia nel 1859, dove fu accolto con qualche ostilità in Lombardia e in Italia centrale, si stabilì a Firenze proseguendo l’attività patriottica e religiosa; fu volontario nei Cacciatori delle Alpi, quindi ufficiale delle ambulanze, in tale veste partecipò alla spedizione dei Mille, fornendo il suo supporto anche come predicatore.

A Firenze tenne un ciclo di sermoni e nel 1863 pubblicò Spiegazione catechistica della professione di fede della chiesa primitiva evangelica, gettando le basi per una chiesa in cui non esistono precetti e dogmi al di fuori del Vangelo.

Nel 1864 lavorò insieme a Luigi De Sanctis a un Progetto di unione delle chiese evangeliche, unione per la quale si adoperò anche il pastore valdese Paolo Geymonat, che tentava di mediare tra le posizioni dei Valdesi e quelle del gruppo di Piero Guicciardini e Teodorico Pietrocola Rossetti, che tuttavia non portò i risultati sperati, pur ottenendo notevole attenzione in Gran Bretagna; il progetto avrebbe poi fornito poi le basi della Chiesa Cristiana Libera Italiana, sorta a Milano nel 1870, di cui Gavazzi rappresentò uno dei pilastri e principali promotori in Italia e all’estero. Questo avveniva dopo un tentativo nel 1865 di formare una Chiesa Cristiana Libera insieme al gruppo di Guicciardini e Pietrocola Rossetti, che invece si era tradotto in una scissione.

Tornato in Italia dopo altri viaggi in Inghilterra, Scozia e Irlanda e raggiunto Garibaldi, partecipò alle battaglie di Bezzecca (1866) e di Mentana (1867), poi intraprese un’altra serie di conferenze polemiche nel 1867 e 1868 in Veneto e Toscana.

Giunto a Roma nel 1870, dove predicò al Colosseo pochi giorni dopo il 20 settembre, vi si stabilì, tenendo ancora affollatissime conferenze pubbliche e dibattiti di controversia, come quello del 1872 a fianco di altri brillanti polemisti, il metodista Francesco Sciarelli e il valdese Giovanni Ribetti, sul tema della venuta o meno dell’apostolo Pietro a Roma. Negli stessi anni (1870 e 1872) si recò ancora negli Stati Uniti per tenere conferenze e raccogliere fondi per la Chiesa Cristiana Libera, con ottimi risultati.

Quando intorno al 1873 si decise di creare a Roma una Scuola Teologica per i pastori della Chiesa Libera, Gavazzi assunse l’insegnamento di omiletica e di “teologia razionale”.

Malgrado l’età e le precarie condizioni di salute, effettuò nel 1880 un’altra tournée negli Stati Uniti, fruttuosa anche dal punto di vista finanziario, e si impegnò per l’innalzamento a Bologna di un monumento dedicato all’amico Bassi, fucilato nel 1849.

Continuò inoltre la sua attività apologetica e antipapale, tenendo nel 1887 diverse conferenze antipapali a Roma e a Firenze. A Venezia, durante una sua conferenza sul tema della laicità nell’istruzione pubblica, si scatenò uno scontro tra il pubblico e la polizia.

Morì improvvisamente, per un colpo apoplettico, il 9 gennaio 1889 a Roma e fu cremato; il suo monumento funebre si trova al cimitero acattolico del Testacccio. Nel 1894 fu inaugurato un busto in suo onore al Gianicolo, accanto a quelli degli eroi garibaldini.

Nel corso della sua instancabile attività, pubblicò numerosi opuscoli e libri, caratterizzati dallo stile veemente delle sue orazioni. Al suo successo contribuivano, oltre all’aspetto fisico e alla voce possente, l’abilità oratoria: l’alternanza tra tonanti invettive e carezzevoli ragionamenti, la mimica, il talento per le descrizioni pittoresche, il linguaggio originale.

Fonti archivistiche

Archivio della Facoltà Valdese di Teologia, Fondi Storici (in ATV), Carte Alessandro Gavazzi.spazio
Archivio della Chiesa Evangelica Italiana, Serie Corrispondenza, Sottoserie Lettere Personali, cartella 83, Gavazzi Alessandro.

Pubblicazioni principali

A. Gavazzi, Il genetliaco di Pio nono pontefice massimo, Senigallia, Tip. Angeletti-Pattonico, 1847.spazio
A. Gavazzi, Orazione per l'anniversario dell'elezione di Pio IX, Genova, Tipografia Ferrando, 1848.spazio
A. Gavazzi, Father Gavazzi’s Lectures, New York 1853.spazio
A. Gavazzi, Evangelisation of Italy, London, 1855.spazio
A. Gavazzi, Italia inerme e accattona. Sbozzi, [Firenze, 1860].spazio
A. Gavazzi, Roma tutta dell’Italia: pensieri di Alessandro Gavazzi in risposta al cav. Massimo D'Azeglio, Napoli, A. Detken, 1861.spazio
A. Gavazzi, Il papa e il Congresso dal punto di vista italiano, Firenze, Tip. Torelli, 1860.spazio
A. Gavazzi, Il Papato e l’Italia. Conferenze, Firenze, a spese di una società, 1862.spazio
A. Gavazzi, Parallelo del cattolicismo romano col paganesimo, Firenze, Tip. Italica, 1863.spazio
A. Gavazzi, Spiegazione catechistica sulla professione di fede della chiesa primitiva evangelica dei cristiani d'Italia, Firenze, Tip. Italica, 1863.spazio
A. Gavazzi, Della chiesa in Italia senza setta, ossia Cristianesimo senza protestantismo: riflessioni, Firenze, Tip. Nazionale, 1864.spazio
A. Gavazzi, A scheme for church & union in Italy, and its opponents, London, C. Whiting, 1865.spazio
A. Gavazzi, L' Italia fedele alla religione dei padri: appello agl'italiani, Firenze, Tip. Nazionale di V. Sodi, 1866.spazio
A. Gavazzi, La Bibbia regola di fede degli evangelici. Difesa contro il clero cattolico nella disputa livornese, Firenze, Claudiana, 1868.spazio
A. Gavazzi, La favola del viaggio di S. Pietro a Roma, Firenze, Tip. Nazionale, 1868.

Bibliografia

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Immagini

  • A cura di Sara Tourn
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