Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

David Monnet

David (Napoléon Alexandre) Monnet (5 agosto 1808 – 4 giugno 1902) medico chirurgo e filantropo.

Biografia

Nato a Prali, dove il padre Jean David era stato nominato pastore, dopo aver servito la chiesa di Arvieux (Hautes-Alpes), luogo d'origine della moglie Suzanne Borel, dall'età di cinque anni visse a San Germano Chisone, nuova sede pastorale paterna.

Quart'ultimo di una numerosa famiglia, tra i suoi parenti la sorella Susanne fu la madre del medico e botanico Edoardo Rostan, anche il pronipote Davide Rivoir fu medico, mentre la pronipote Alice Rivoir sposò il pastore Giovanni Daniele Armand Ugon di Colonia Valdense e un cugino fu il pastore Giacomo Vinçon.

All'età di sedici anni, dopo gli studi alla Scuola Latina di Torre Pellice, fu mandato a Losanna per prepararsi agli studi di teologia, ma giudicato di salute troppo fragile per intraprendere il ministero pastorale si indirizzò alla medicina, studiando dapprima due anni ad Aarau, poi dalla primavera del 1828 a Strasburgo e infine a Montpellier, dove si laureò il 29 aprile 1833. Il 17 maggio dell'anno seguente conseguì l'abilitazione dall'Università di Parigi e fu nominato membro titolare della Société Chirurgicale d'Emulation di Montpellier.

Dopo due anni si lavoro nelle Valli Valdesi fu costretto a trasferirsi in Francia a causa della legislazione sabauda che proibiva ai valdesi di esercitare professioni liberali. Nominato medico della Val Queyras il 28 aprile del 1835, in quegli anni rinnovò l'amicizia con il suo antico compagno di studi, il pastore e storico Alexis Muston, con il quale condivideva la condizione di esule.

Il 3 aprile del 1837 sposò a Montpellier Séraphie Carrière, figlia del direttore generale delle carceri di Nîmes, con cui si stabilì ad Aiguilles, acquisendo l'anno seguente la naturalizzazione francese per poter esercitare la professione medica.

La morte prematura della moglie, avvenuta il 7 marzo 1839, pochi giorni dopo la nascita della figlia Léontine Séraphie, lo spinse ad intraprendere un lungo viaggio in Italia, e nel 1841 decise di affidare la figlia ai fratelli Jean e Barthélemy, abitanti a Pinerolo, per essere allevata nella famiglia d'origine.

Nel 1842 fu insignito dal Ministero dell'Agricoltura e Industria francese della medaglia d'argento per la sua attività in favore della vaccinazione.

Nel 1848, in seguito all'editto di Carlo Alberto che concesse i diritti civili e politici ai valdesi, riuscì a far riconoscere i suoi titoli di studio dall'Università di Torino. Stabilitosi a Pinerolo, divenne il primo medico valdese a esercitare al di fuori dei limiti delle Valli. In quegli stessi anni acquistò una proprietà settecentesca, chiamata villa S. Elena, situata sulla collina pinerolese, nei cui locali al pianterreno venne ospitata la prima cappella evangelica della cittadina, officiata dal marito della nipote Jenny, il pastore Giovanni Daniele Rivoir.

Dopo il matrimonio della figlia Léontine con il pastore Paolo Comba, professore alla Scuola Latina di Pomaretto, avvenuto nel 1856, si risposò a sua volta il 18 luglio 1857 con l'inglese Helen Walker, e l'anno successivo si trasferì a Torino come medico dell'Ambasciata di Francia e della Società di beneficenza della colonia francese. In occasione della guerra del 1859 prestò il suo servizio presso gli ospedali militari, opera che gli valse la croce di cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro nel 1862.

Durante il periodo torinese ebbe il dolore di perdere la figlia, morta a Pomaretto nel 1858, pochi mesi dopo aver dato alla luce una bambina chiamata Hélène Susanne Sophie, e alcuni anni più tardi restò nuovamente vedovo in seguito alla morte della seconda moglie, deceduta il 27 luglio 1870.

Nel 1878 si trasferì a Firenze, dove visse nel Palazzo Salviati alcuni decenni assistito da una nipote di Helen, Fanny Martin, che gli fu valida collaboratrice in tutte le sue numerose attività caritative; nel 1883 fu insignito della Legion d'Onore per i meriti acquisiti verso la comunità francese fiorentina.

Rimasto solo in seguito alla morte di Miss Martin, avvenuta nel 1898, tornò a Pinerolo trascorrendo gli ultimi anni presso il nipote Enrico Monnet, nuovo proprietario della villa S. Elena, dove si spense all'età di novantatré anni nel 1902. Secondo il suo desiderio, la sua salma fu trasportata a Firenze per essere tumulata nel cimitero evangelico “degli Allori” accanto alla nipote.

Nel corso della sua vita, si impegnò in diverse opere a carattere benefico. Fu uno dei fondatori dell'orfanotrofio di Crest (Dipartimento della Drôme) e dell'Orfanotrofio femminile di Torre Pellice, dell'Asilo dei Vecchi di San Germano Chisone e del Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni, nonché dell'Ospedale civile di Perosa Argentina e dell'Istituto Comandi di Firenze.

Contribuì largamente al restauro del tempio di Pinerolo e alla costruzione di quello dei Chiotti di Villasecca, oltre a soccorrere con denaro le famiglie valdesi più bisognose di Prali e Pomaretto.

Membro fondatore del Club Alpino Italiano, fu tra i promotori della creazione del giardino botanico alpino “Rostania”, piantato in memoria del nipote Edoardo Rostan.

Bibliografia

G. Weitzecker, Le Docteur Monnet, in «L'Écho des Vallées», nn. 20 (13 giugno 1902), 21 (20 giugno 1902), 22 (27 giugno 1902).spazio
A. Meille, Il Dottor N.D.A. Monnet, in «L'Italia Evangelica», n. 24, 14 giugno 1902.spazio
G. Weitzecker, Le docteur Monnet, in «Bulletin de la Société d'Histoire Vaudoise», n. 21, giugno 1904, pp. 116-118.spazio
P. Schellenbaum, Casa Monnet a Pinerolo: un crocevia di biografie, in «La Beidana», n. 80, luglio 2014, pp. 5-27. 

Immagini

  • A cura di Gabriella Ballesio
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