Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Carlo Gay

Carlo Gay (6 settembre 1913 – 20 febbraio 1994), pastore valdese.

Biografia

Figlio di Giovanni, uno dei responsabili della Società Talco e Grafite Val Chisone, e di Clotilde Tron, nacque a Perosa Argentina e fu il primogenito di una numerosa famiglia: Alina, moglie del pastore Oreste Peyronel, Anita Gay, missionaria in Gabon e Madagascar, Matilde, insegnante di matematica, Gianni, commerciante, ed Enrico, morto nella lotta partigiana. Aveva sposato Emma Rochat, con cui ebbe sei figli.

Dopo aver terminato gli studi classici a Pinerolo, nel 1930, si iscrisse contemporaneamente alla Facoltà valdese di Teologia a Roma e a quella di Legge a Torino, dove si laureò nel 1934. Negli anni seguenti, decise inoltre di iscriversi a un Corso di Scienze politiche e sociali a Firenze, laureandosi nel 1943.

Nel suo percorso di studi teologici, si recò spesso all’estero: a Strasburgo fu allievo di Oscar Cullmann, mentre a Basilea ascoltò le lezioni di Karl Barth, Wilhelm Vicher e E. Thurneysen negli anni in cui, in Germania, la Chiesa Confessante prese con coraggio posizione contro il nazismo. Prima di essere consacrato, nel 1938, compì periodi in qualità di pastore in prova a Milano, Torre Pellice e ad Aosta. Fu quindi inviato a Riesi, dove si occupò anche della scuola elementare, curando al tempo stesso le comunità di Caltanissetta e Grotte. A settembre del 1940 fu trasferito in Istria, a Fiume e Abbazia, dove rimase fino al 1947, anni drammatici con controlli sempre più stretti da parte del regime fascista, preoccupato dell'italianità di queste terre. Con la guerra, Fiume fu più volte bombardata e anche il tempio non sfuggì agli ordigni. L'occupazione dell'Istria da parte dei croati, inoltre, fu seguito dall'esodo massiccio delle popolazioni italiane e straniere. Nelle valli valdesi, intanto, il 4 agosto 1944 i nazi-fascisti uccisero il cognato, Willy Jervis, seguito, pochi giorni, dal fratello Enrico, caduto nella lotta partigiana alla Balziglia. Quello che rimaneva delle comunità di Fiume ed Abbazia venne collegato alla chiesa evangelica di Zagabria e Carlo Gay si trasferì a Torino.

Nel 1948 venne nominato pastore a Firenze, dove subentrò a Tullio Vinay, cui era legato da grande amicizia, occupandosi al contempo di Siena e della diaspora, e più tardi di Rimini. In questi anni sostenne con passione il progetto portato avanti da Tullio Vinay e dalla Federazione delle Unioni Valdesi (FUV), riguardante la costruzione del Centro Ecumenico di Agape a Prali, e fu responsabile del giornale «Gioventù Evangelica», collaborando anche alla rivista «Protestantesimo». Molto impegnato in ambito ecumenico, partecipò nel 1948 ad Amsterdam alla Assemblea costitutiva del Consiglio Ecumenico delle Chiese e agli incontri di Nyborg che diedero vita alla Conferenza delle Chiese Europee. Membro dell'Istituto Ecumenico di Bossey, in Svizzera, compì per conto della Tavola diverse visite alle chiese sorelle in Danimarca, Spagna, Scozia, Germania e Svizzera.

Nel 1961 venne nominato pastore della comunità di Piazza Cavour a Roma, affiancando il servizio alla sua posizione di membro della Tavola valdese e a collaborazioni con la Facoltà valdese di Teologia. Pastore della chiesa di Livorno dal 1968 al 1980 e successivamente a Torino fino al 1980, anno in cui entrò in emeritazione. Morì il 20 febbraio del 1994.

Fonti archivistiche

Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 427, Gay Carlo.

Pubblicazioni principali

Il canto della fede. Meditazioni bibliche, Torino, Claudiana, 1997.

Bibliografia

S. Gottardi, L'Evangelo tra le frontiere. Note su gli evangelici di Fiume, Abbazia e Pola, Mondovì, Centro Culturale Valdese di Torre Pellice, 1993. spazio

G. Tourn, Ricordo del pastore valdese Carlo Gay. L'uomo, la cultura, la libertà, in «Riforma», 11 marzo 1994.spazio

S. Caponetto, Ancora un ricordo del pastore recentemente scomparso: Carlo Gay amava la cultura, in «Riforma», 18 marzo 1994 - 

  • A cura di Renato Coïsson
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