Le migrazioni dalle valli in età moderna
Le migrazioni dalle valli in età moderna
Dai conflitti alla convivenza

Il territorio alpino, considerato in passato uno spazio chiuso, si è rivelato negli studi recenti come una realtà rimasta sempre aperta al mondo esterno e connotata da una intensa mobilità di uomini e di beni, in complementarietà e relazione con le pianure e le città. Oltre ai viaggi e ai commerci, le migrazioni di singoli, famiglie e intere comunità hanno fatto incontrare persone e culture e hanno avuto un rilievo centrale nella storia montana.

Questo libro rappresenta, in capitoli bene documentati, un “campionario” di situazioni migratorie fra il primo Cinquecento e la fine dell’Ottocento, quando ad emigrare eravamo noi. Cause naturali, come scarsità di risorse e sovra popolamento, hanno indotto periodicamente persone e gruppi a raggiungere terre scarsamente abitate, come è accaduto ancora nella seconda metà dell’Ottocento allorché valdesi e cattolici si sono diretti verso l’America, con l’appoggio organizzato dalle rispettive Chiese. Altre volte aspetti economici e religiosi si sono intrecciati: tali le migrazioni tardo medioevali verso l’Italia del Sud e la Provenza dove, a prime fasi di inserimento pacifico, sono seguite violente repressioni in seguito alle quali la presenza valdese si è estinta in Calabria ed è stata fortemente ridimensionata in Provenza. Peculiari delle nostre valli sono state le migrazioni indotte o costrette per causa di religione, come quelle di ugonotti e valdesi verso alcune regioni dell’odierna Germania negli anni fra il 1685 e il 1730.

Una particolare attenzione è rivolta ad alcune personalità emigrate la cui affermazione sociale nei paesi di arrivo appare paradigmatica di una grande cultura che esse portavano dalle valli.

 

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