Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Casa delle Diaconesse

Descrizione

Casa delle diaconesse

L’istituto nacque nel 1901, nell’ambito delle organizzazioni femminili evangeliche (Unioni Cristiane delle Giovani – UCDG e Unione delle Amiche della Giovane), dove si fece strada il progetto che portò alla creazione, presso l’Ospedale Evangelico di Torino, della sede di una scuola di formazione diaconale femminile denominata “Casa italiana delle Diaconesse”, sulla forma dell’istituto svizzero di Saint Loup, da cui provenivano le prime diaconesse impegnate nelle Opere di assistenza della Chiesa Valdese.

L’idea di un ministero femminile e la creazione degli istituti di diaconesse fu legato allo sviluppo dell’assistenza sociale ai poveri, per cure o istruzione, che sorse nel mondo germanico e svizzero all’inizio del XIX secolo, e rispose al desiderio di impegno totale manifestato da alcune protestanti, anche in risposta alle critiche provenienti da parte cattolica. La casa italiana fu fondata nonostante le riserve sul senso di un ministero femminile la cui forma era sostanzialmente distante dalla visione protestante classica della vita cristiana, in cui la devozione per amore non implicava una forma di vita specifica.

Gli insegnanti della scuola provenivano da varie Chiese evangeliche, per sottolineare il carattere interdenominazionale dell’istituzione; alla fine del corso era previsto un periodo di tirocinio presso la Casa di Saint Loup.

All’attività di direzione delle varie opere evangeliche in Italia si affiancò ben presto quella di un servizio di cura a domicilio e di visita ai poveri e alle famiglie in difficoltà. Nel tempo le diaconesse si occuparono degli Ospedali Valdesi di Torre Pellice e Pomaretto, dell'Ospedale Evangelico di Torino, dell’Asilo evangelico e Clinica internazionale di Milano, dell’Ospedale Internazionale Evangelico di Genova, della casa di cura di Napoli, della Nursery Home di Palermo, del Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni, degli Asili dei Vecchi di Luserna San Giovanni, di San Germano Chisone e di Vittoria, dell'Orfanotrofio femminile di Torre Pellice e l'Orfanotrofio maschile di Pomaretto, dell’Asilo per l’infanzia di Pomarettto, dell’Istituto degli Artigianelli valdesi di Torino e dell’Asilo Italia di Firenze.

Nel 1920 l’Opera italiana delle Diaconesse fu affidata alla Tavola Valdese per assicurarne una maggior stabilità istituzionale, con il conseguente trasferimento della scuola alle Valli valdesi, dapprima in varie sedi, e infine in un edificio di Torre Pellice che fu acquistato e ristrutturato allo scopo di servire anche di casa di riposo per le diaconesse anziane.

Dopo gli anni della seconda guerra mondiale, periodo in cui le diaconesse si esposero in prima persona nella cura di partigiani ed ebrei rifugiati negli Ospedali valdesi, l’opera sembrò avere una netta ripresa, contando nel 1950 circa trenta diaconesse e novizie, ma negli anni successivi iniziò un rapido declino: fu tentata una campagna di pubblicizzazione dell’opera e delle possibilità di servizio che si aprivano alle giovani.

Nel frattempo, con l’apertura a Torre Pellice di una Scuola di economia domestica per le ragazze che volessero acquisire un diploma in quel settore, le diaconesse assunsero anche un ruolo di insegnamento di igiene e puericultura.

Dagli anni Sessanta del Novecento la Casa, oltre ad assicurare la permanenza delle diaconesse che avevano raggiunto i limiti di età, fu attrezzata per accogliere persone anziane autosufficienti.

Le migliori condizioni economiche e il nuovo ruolo sociale delle donne indirizzavano la realizzazione professionale femminile verso altri campi, si aprivano possibilità di impegno all’interno della Chiesa quali l’accesso al pastorato, mentre il mantenimento delle regole (i cinque punti fondamentali che contraddistinguevano il ministero delle Diaconesse erano consacrazione, servizio gratuito, vita comunitaria, costume e nubilato) che caratterizzavano la Casa di Torre Pellice non poteva che scoraggiare nuove vocazioni.

La Casa rimase sotto la direzione delle diaconesse fino al 1992, data dell’emeritazione dell’ultima suora.

Fonti archivistiche

Archivio della Casa delle Diaconesse (in ATV).spazio
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie VIII, Sottoserie 3, Casa delle Diaconesse.

Bibliografia

A. Taccia, Carità, Umiltà, Speranza. L’opera delle Diaconesse Valdesi, Pinerolo, Alzani, 2001.spazio
J. Bauberot, “La donna protestante”, in Storia delle donne. L’Ottocento, a cura di G. Fraisse e M. Pierrot, Roma-Bari, Laterza, 1995.

Immagini

  • A cura di Sara Rivoira
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