Paolo Calvino
Paolo (Paul Louis Daniel) Calvino (Chauvie) (7 marzo 1846 –18 agosto 1931) pastore valdese, collettore in Germania in favore dell’opera di evangelizzazione della Chiesa Valdese in Italia, professore alla Scuola Normale di Torre Pellice, pastore a Lugano (1889-1924).
Biografia
Paolo Calvino nacque a Torre Pellice e fin dalla prima gioventù respirò l'aria del Risveglio. Fu in questo ambito che nacque la sua vocazione pastorale e si definì il suo sogno: evangelizzare l'Italia avviata verso l’unità nazionale.
Nel 1866 si iscrisse alla Facoltà valdese di Teologia a Firenze. Qui fu influenzato dal professore Luigi Desanctis, e sentì parlare tramite l'amico tedesco allora studente, Paul Benemann, del professore di teologia August Tholuck (1799-1877). Desideroso di conoscere gli insegnamenti di Tholuck, Calvino chiese e ottenne una borsa di studio per potersi recare a Berlino, dove studiò alla Facoltà di teologia dal 1869 fino al 1872. A Berlino assunse il nome Paolo Calvino.
Nel 1872, prima del suo ritorno in Italia, tenne a Berlino, a Stoccarda e in vari centri della Renania una conferenza dal titolo Die Waldenser und die Evangelisation Italiens che fu poi anche pubblicato. Le sue conferenze destarono grande interesse e portarono alla creazione, a Berlino, a Stoccarda e in altre città tedesche, di circoli per il sostegno dell’opera di evangelizzazione della Chiesa Valdese in Italia. A partire dal 1872 il Comitato di Evangelizzazione valdese lo inviò regolarmente in Germania allo scopo di raccogliere denaro. Calvino si dimostrò "collettore" molto abile: nel corso di una ventina d'anni riuscì a stabilire molti contatti negli ambienti risvegliati in Germania, Danimarca, Svizzera e nei Paesi Bassi e creò una vera e propria rete di sostenitori dell'opera valdese in Italia.
Nell’estate del 1872, dopo un’assenza di tre anni tornò in Italia. Il Comitato di Evangelizzazione lo mandò nell’ottobre 1872 ad Ancona; più tardi, nel 1873, lo trasferì a Guastalla. Fu consacrato pastore valdese il 23 novembre 1875 a Pomaretto. Dall'autunno 1875 all’estate 1877 insegnò storia, geografia e letteratura francese alla Scuola Normale di Torre Pellice.
Nel 1876 sposò Mina Johanna Adelheid Wiebel (1855-1943) originaria dalla Renania. Nel settembre 1877, rientrato al servizio del Comitato di Evangelizzazione, fu mandato dapprima a Como e poi, dal 1879 al 1883, di nuovo ad Ancona.
Nel 1883 Calvino entrò in servizio del “Verein für die Evangelisation von Tessin, Italien und Spanien”, fondata nel 1866 a Basilea da aderenti al movimento risvegliato. L'associazione operò in particolare tra gli operai italiani giunti in Ticino per la costruzione del tunnel ferroviario del Gottardo. Dal 1883 al 1888 Calvino si impegnò, partendo da Biasca, per l’evangelizzazione del Ticino, anche tramite la pubblicazione della rivista «La Scintilla» (1888-1889).
Nel 1885 costruì una scuola-cappella a Biasca, la prima Chiesa evangelica del Ticino, rimanendo tuttavia anche “al servizio attivo della Chiesa Valdese". In tal modo egli poté continuare a svolgere la funzione di collettore in Germania e mantenne il diritto di partecipare ai Sinodi valdesi.
Nel 1889, dopo molti conflitti, Calvino interruppe i rapporti con il Comitato di Basilea e rientrò al servizio del Comitato di Evangelizzazione valdese, che lo inviò a Lugano affidandogli tre compiti: curare il nucleo di lingua italiana e francese, compiere opera di evangelizzazione nella città di Lugano e nella regione di confine, continuare l'opera di raccolta di fondi in Germania. Fin dal suo arrivo a Lugano Calvino si impegnò per la costruzione di un tempio, che poté realizzare solo fra il 1900 e il 1901 – l’inaugurazione ebbe luogo il 6 ottobre 1901.
La sua vita non fu facile: il nucleo protestante della città fu divorato da conflitti interni oltre ad essere fortemente attaccato dalla Chiesa Cattolica, in particolare da Vincenzo Molo, dal 1888 vescovo amministratore apostolico della diocesi di Lugano, che fino all'ultimo continuò a opporsi all'idea di una presenza protestante nella sua diocesi. Diverso fu l'atteggiamento del successore di Molo, Alfredo Peri Morosini. Egli cercò di superare i conflitti provocati da Molo e in particolare diede l'impressione di voler creare un clima di tolleranza nei confronti dei protestanti in Ticino.
Un nuovo avversario fu invece il liberalismo radicale e il socialismo nel mondo ticinese e nella colonia italiana di Lugano. Per contrastare questo due movimenti Calvino aderì a diverse organizzazioni filantropiche laiche come la sezione ticinese della Società Dante Alighieri. Fu anche coinvolto, nel 1901, nella fondazione dell'Ospedale italiano di Lugano. Si mosse inoltre nell'ambiente della rivista «Coenobium», grazie a suoi contatti con il prete italiano Domenico Battaini, il più importante propagandista del modernismo in Ticino.
La prima guerra mondiale fu un momento molto difficile per Calvino: il conflitto aveva distrutto il grande progetto della sua vita. Nel 1919 infatti i legami tra l’Italia e la Germania protestante, alla costruzione dei quali aveva dedicato tanta pazienza e mezzo secolo di sforzi, erano spezzati. Quasi tutti i suoi amici tedeschi avevano rotto con la Chiesa Valdese e sovente anche con lui personalmente. Dopo la fine della guerra, Calvino non poteva e non voleva più riprendere la vita del collettore, tuttavia col passare del tempo alcuni legami ripresero e nel 1925 compì un ultimo viaggio in Germania, per vedere la figlia Ada e la sua famiglia a Karlsruhe.
Calvino avrebbe dovuto andare in emeritazione il 1. ottobre 1916, giorno del suo settantesimo compleanno, di fatto però continuò a svolgere il suo ministero fino al 1924, soprattutto per senso del dovere, fino all'età di settantotto anni. L’ascesa al potere del fascismo non spaventò Calvino, ma la vera scossa per lui si produsse nel 1924, quando la Tavola Valdese decise di affidare l’opera di evangelizzazione del Ticino al Comitato di Basilea (quello per il quale Calvino aveva lavorato a Biasca). Dopo il suo pensionamento Calvino continuò ancora a lavorare per l’evangelizzazione, fra l'altro tramite pubblicazioni. All'inizio del 1925 su richiesta dell’amico Paolo Bosio scrisse un testo autobiografico Le mie memorie; del manoscritto fu tuttavia pubblicato solo un estratto.
Nel settembre 1931 avrebbe voluto lasciare Lugano e andare con sua moglie a Basilea, nella casa della figlia Paola, ma morì prima del trasloco, il 18 agosto, nella sua casa di Lugano Cassarate. Nell’avviso di morte era scritto: "Gesù disse: io sono la Risurrezione e la vita". La moglie di Calvino, Johanna Wiebel, morì a Basilea nel 1943.
Fonti archivistiche
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 81, Calvino Paolo.
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie III, cartella 207.1, Canton Ticino - Lugano.
Archivio di Stato di Basilea (StAB), Privatarchiv 474, mazzo E 9: «Lugano».
Archivio di Stato di Basilea (StAB), Privatarchiv 429, sezione F 18, mazzo A 1: «Tessin. Allgemeines und einzelnes» e D 1: «Tessin. Lugano-Chiasso»; sezione M, mazzo 1: «Italien. Allgemeines und einzelnes».
Archivio della Chiesa Evangelica Riformata nel Sottoceneri (CERS) di Lugano
Pubblicazioni principali
P. Calvino, Die Waldenser und die Evangelisation Italiens, Berlin, Eduard Beck, 1872.
P. Calvino, Polemiche. Risposta aperta a Monsignor Molo Vescovo di Gallipoli Amministratore ap. a Lugano. Aggiunte alla risposta. Flagranti contraddizioni fra la chiesa papale e la Bibbia, Lugano (presso l’autore) 1894 (1° ed. e 2°ed. ampliata).
P. Calvino, Evangelische Bestrebungen in Italien. Ein Beitrag zur Los von Rom-Bewegung, Karlsruhe (J.J. Reiff) 1901, 1902³.
P. Calvino, Da un papa all’altro. Al Signor Antonio Fogazzaro Senatore del Regno d’Italia. Lettere aperta, Melide, Tipografia di Flaminio Fantuzzi, 1903 (1° ed. e 2°ed. Ampliata).
P. Calvino, Gesù Cristo. Due discorsi, Firenze, Claudiana, 1906.
P. Calvino, Erinnerungen in «Nachrichten über die Ausbreitung des Evangeliums in Italien», n. 100, 1907, pp. 5-14.
P. Calvino, Das Wesen der Macht der römischen Kirche. Referat von Pfarrer P. Calvino an der Delegierten-Konferenz der zentral-schweizerischen Diasporagemeinden, in: «Schweizerische Theologische Zeitschrift» 26, 1909, n. 6. (ristampato a Zurigo, Buchdruckerei Enge, nel 1910, e a Stoccarda, J. F. Steinkopf, nel 1910).
P. Calvino, Die Waldenser, Stuttgart, Steinkopf, 1911.
P. Calvino, Pour les connaître encore mieux. Observations amicales d’un vieux pasteur évangélique sur le livre «Pour les mieux connaître» du Dr. catholique romain G. Clément, de Fribourg, Lausanne, Imprimerie La Concorde, 1917 (3° ed., 1926).
P. Calvino, Le mie memorie, in P. Bosio, Per non dimenticare... Ricordi di alcuni veterani, Roma, Tipografia Sociale, 1926, pp. 49-62 (soltanto un estratto del manoscritto originale di Calvino).
P. Calvino, Lettera aperta al Pastore Adolfo Bolliger, in «Corriere del Ticino», n 26, n. 49 e 50, 1917. Ristampato separatamente in P. Calvino, Chi è responsabile della Conflagrazione mondiale? Risposta aperta all’opuscolo «Fatti» del Dr. D.A. Bolliger, pastore evangelico a Zurigo, Lugano, Tessin-Touriste, s.a. (1917).
P. Calvino: Vox clamantis. Il protestantesimo, Rorschach, Casa Editrice E. Loepf Benz, 1929.
Bibliografia
A. Muston, Paolo Calvino, in «La Luce», n. 34, 26 agosto 1931.
A. Stucki, Glaubenszeugen des Südens. Drei Lebensbilder aus Italien, Basel, Heinrich Majer, 1961, pp. 52-65.
A. de Lange, Paolo Calvino e l’immagine del Rimpatrio in Germania (1870-1889), in Dall’Europa alle Valli valdesi, a cura di A. De Lange Torino, Claudiana, 1990, pp. 547-572.
B. Lovisa, Italienische Waldenser und das protestantische Deutschland 1655 bis 1989, Göttingen, Vandenhoeck und Ruprecht, 1994, pp. 112-148, 157-166.
A.de Lange, Paolo Calvino e l’opera del «Comitato italiano» di Basilea a Biasca alla fine dell’Ottocento, in Il protestantesimo di lingua italiana nella Svizzera. Figure e movimenti tra Cinquecento e Ottocento, Torino, Claudiana, 2000, pp. 117-133.
A.de Lange, Il pastore evangelico Paolo Calvino a Lugano: Un mediatore tra il protestantesimo di lingua tedesca e di lingua italiana, in Ticino e Protestanti. Figure e movimenti del protestantesimo in Ticino tra Cinquecento e Novecento, a cura di E. Campi, B. Schwarz e P. Tognina, Locarno, Armando Dadò, 2004, pp. 101-166.
Immagini
- Paolo Calvino - Archivio Fotografico Valdese
- Paolo Calvino - Archivio Fotografico Valdese
- Paolo Calvino - Archivio Fotografico Valdese
- Paolo Calvino con la moglie Mina Johanna Adelheid Wiebel - Archivio Fotografico Valdese, Fondo David Peyrot
- Mina Johanna Adelheid Wiebel - Archivio Fotografico Valdese
- Paolo Calvino nel 1907 - Archivio Fotografico Valdese
- A cura di Albert de Lange