uscita dal sinodo

Risorgimento

Per tutto il periodo risorgimentale l'attività di testimonianza “missionaria” sulla penisola da parte di diverse chiese evangeliche, italiane ed estere, costituisce un momento cruciale sia per la storia dell'Italia che si stava unificando politicamente sia  per quella del protestantesimo che in quell'Italia si stava diffondendo.

La Chiesa Valdese, fino al 1848 confinata in alcune valli delle Alpi Cozie, inizia un'attività di predicazione – resa assai difficile dall'opposizione del clero e della società civile – e la creazione di scuole elementari, affidate a maestre e maestri, che affiancano spesso la loro attività didattica a quella di evangelisti. A questo si accompagnano l'opera dei colportori, che diffondono fra la gente Bibbie, catechismi e testi religiosi, e la fondazione di istituti, in particolare per l'infanzia abbandonata o per la formazione dei giovani delle classi più povere al fine di dare loro un mestiere.

Significativo fu il ruolo di molti esuli politici e di religiosi cattolici dissidenti che si convertirono al protestantesimo e si dedicarono in varia misura alla predicazione, alla testimonianza, alla diffusione delle idee risorgimentali, all'azione sociale e politica e si impegnarono nella costituzione delle nuove comunità evangeliche delle Chiese libere, come quelle che si strutturarono nella Chiesa Cristiana Libera o che si configurarono come Chiese Cristiane dei Fratelli. Ad arricchire il panorama composito dell'evangelismo italiano di quegli anni vi fu inoltre l'apporto delle missioni protestanti estere, come quella Metodista Wesleyana, che dalla Gran Bretagna inviò alcuni pastori nella penisola italiana attraverso l'attività della Wesleyan Methodist Missionary Society, e che insieme alla statunitense Missione Metodista Episcopale costituirà la Chiesa Evangelica Metodista d’Italia. Sempre dagli Stati Uniti un'altra missione assunse come suo campo di evangelizzazione l'Italia, quella delle Chiese Battiste della Southern Baptist Convention, che al pari delle altre confessioni si dedicò ad attività di predicazione e alla costituzione di istituti e scuole, preceduta di pochi anni dalla Baptist Missionary Society fondata nel Regno Unito.

Non mancarono tentativi di riunire l'attività di alcune denominazioni, tuttavia le divergenze di carattere teologico ed ecclesiologico, nonché di orientamento politico, impedirono il compimento di tale progetto. Nel 1884 si riunì a Firenze l'Assemblea Promotrice di Unione o di Cooperazione fra le Chiese Evangeliche in Italia, che tuttavia non produsse gli effetti sperati. Neanche il periodico sorto nel 1881, «L'Italia Evangelica», che doveva essere l'organo di stampa dell'evangelismo italiano sopravvisse a quella stagione; nel 1907 la testata fu acquisita dalla Chiesa Valdese e assunse un'altra titolatura.

Per ciascuna denominazione evangelica i periodici – veri e propri organi ufficiali delle Chiese – e la produzione a stampa, costituita da opere di carattere teologico, religioso e storico e da pubblicistica controversistica, furono un importante strumento di testimonianza oltre che di collegamento fra le comunità e di diffusione di idee e di informazioni provenienti anche dal mondo protestante internazionale. Ed è proprio in chiave internazionale che vanno lette le vicende che caratterizzarono  il Risorgimento italiano e la storia delle Chiese evangeliche che in quella temperie storica vissero e si formarono.

Bibliografia essenziale e fonti


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