Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Tito Chiesi

Tito Chiesi (1805 – 2 gennaio 1886) notaio, Procuratore al Tribunale di Pisa e alla Corte d'Appello di Lucca, divenuto evangelico, fondatore della Chiesa valdese di Pisa, membro del Comitato di Evangelizzazione valdese.

Biografia

Nacque a Pisa, il padre Francesco era ingegnere nel porto di Piombino, mentre la madre Anna Maria Fenech era originaria di Livorno.

A Pisa, dopo la laurea in giurisprudenza, intraprese dapprima la carriera di notaio, per poi diventare Procuratore di ruolo al Tribunale di Pisa e alla Corte d’Appello di Lucca, assessore comunale e segretario della Camera di Commercio dalla sua fondazione nel 1863. Inoltre fu presidente della Biblioteca popolare circolante «G. Galilei» di Pisa, membro dell’Istituto filotecnico nazionale e di numerose associazioni culturali e scientifiche. Fu nominato cavaliere degli Ordini dei SS. Maurizio e Lazzaro e della Corona d’Italia.

Sposò nel 1834 la fiorentina Giuseppa Falugi, con la quale ebbe nel 1836 la figlia Marianna, che egli volle far educare a Torre Pellice e a Ginevra.

La sua conversione è riconducibile all’incontro con Matilde Calandrini, pedagogista discendente di una famiglia di riformati lucchesi rifugiatisi a Ginevra nel XVI secolo, la quale soggiornò a partire dal 1831 a Pisa per motivi di salute, fondandovi i primi asili infantili. Dal circolo di evangelici svizzeri legati a Calandrini, Chiesi mutuò la consuetudine del culto di famiglia, l’interesse per la scuola e l’istruzione religiosa dei bambini, nonché l’attenzione per la diffusione della stampa evangelica. Risalgono a quegli anni i contatti con il conte Piero Guicciardini e la comunità franco-svizzera di Firenze e l’opera di cura spirituale nel carcere di Pisa, dove si recava ogni domenica a leggere la Bibbia con i reclusi.

Durante la breve stagione del 1849, che vide la concessione dello Statuto nel Granducato, Chiesi assunse, su incarico del Comitato evangelico italiano di Ginevra, la direzione dell’opera di evangelizzazione in Toscana, diffondendo la Bibbia e numerose pubblicazioni. Consapevole della necessità di creare un collegamento tra l’evangelismo fiorentino e la Chiesa Valdese, in quello stesso anno si recò a Torre Pellice per chiedere alla Tavola Valdese l’invio di ministri di culto per organizzare la comunità fiorentina, ma l’esperienza dei pastori Paolo Geymonat e Bartolomeo Malan si concluse dopo pochi mesi con l’arresto e la loro espulsione dallo stato.

Malgrado l’inasprimento della politica di repressione del protestantesimo in Toscana attuata dal granduca Leopoldo II dopo la sua restaurazione, l’attività evangelistica di Chiesi non fu mai soggetta a inchiesta, probabilmente per la considerazione che godeva nella sua città, finché il passaggio al governo sabaudo e la tolleranza per la causa evangelica crearono le condizioni favorevoli per la formazione di una Chiesa valdese a Pisa.

Dalle prime riunioni in case private si arrivò alla costruzione del tempio nel 1862, e grazie all’interessamento di Chiesi, alla nomina di un pastore stabile, il primo dei quali fu Matteo Prochet, futuro presidente del Comitato di Evangelizzazione. Accanto alla formazione della comunità e alla cura della diaspora pisana, grande attenzione fu spesa per la creazione delle scuole elementari e serali, e della Scuola domenicale, attività nella quale egli mostrò un impegno costante attraverso la scelta degli insegnanti e il sostegno economico.

Le sue capacità amministrative e l’apertura verso i problemi del ruolo a carattere nazionale che la Chiesa Valdese era chiamata a ricoprire negli anni successivi all’Unità italiana, lo portarono a ricoprire l’incarico di membro laico del Comitato di Evangelizzazione una prima volta dal 1873 al 1875, poi dal 1880 fino alla morte, avvenuta a Pisa il 2 gennaio 1886.

I suoi funerali furono la prova della stima e del rispetto dei pisani, e portarono a scrivere nella relazione al Sinodo di quell’anno: «Dieci sepolture come questa, e Pisa diventa evangelica».

L’impegno come socio a vita della Società Biblica italiana si sposò all’interesse culturale testimoniato dalla collezione di edizioni antiche e moderne della Bibbia nelle lingue più disparate, che aveva iniziato dal momento della sua conversione e che nel 1877, quando fu ceduta alla Facoltà valdese di Teologia, constava di ottocentosettanta volumi. Negli anni successivi Chiesi raccolse una seconda collezione biblica, altrettanto preziosa, ora conservata presso la Biblioteca valdese di Torre Pellice. Non va dimenticata inoltre la sua attività di autore di opuscoli e di traduttore di opere sul pensiero protestante per il pubblico italiano; collaborò alla «Rivista Cristiana» con lo pseudonimo di «Alete».

Fonti archivistiche

Archivio della Società di Studi Valdesi (in ATV), Fondo Carte Famiglia Chiesi.spazio
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 39, Chiesi Tito.  

Pubblicazioni principali

T. Chiesi, Biografia di Luigi De Sanctis romano, Firenze, 1870.spazio
T. Chiesi, Vita di Giovanni Deodato teologo ginevrino tradotta liberamente su quella del signor Eugenio De Budé di Ginevra con aggiunte e note biografiche, Firenze, 1870.spazio
T. Chiesi,Credo o simbolo apostolico messo a confronto con la Santa Scrittura, Firenze, Claudiana, 1891.spazio
T. Chiesi, Origine e propagazione del Vangelo in Toscana e della formazione delle Chiese Evangeliche, in A. Gambaro, Riforma religiosa nel carteggio inedito di Raffaello Lambruschini, V, II, Trieste, 1924.spazio
T. Chiesi, Lasciò la Chiesa per seguire Cristo. La vita e l'opera di Luigi Desanctis, edizione a cura di R. Giuliani, Mantova, Passaggio, 2014. 

Bibliografia

J. P. Pons, M. le Doct. chev. officier Tito Chiesi, in «Le Témoin», n. 2, 8 gennaio 1886.spazio
A. Meille, M. le Docteur T. Chiesi, in «Le Témoin», n. 3, 15 gennaio 1886.spazio
G. Ballesio, Tito Chiesi. Il giurista con le Bibbie, in Scelte di fede e di libertà. Profili di evangelici nell’Italia unita, a cura di D. Bognandi e M. Cignoni, Torino, Claudiana, 2011, pp. 23-25.

Immagini

  • A cura di Gabriella Ballesio
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