Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Carolina Grasselli

Carolina Grasselli (2 maggio 1804 – 13 gennaio 1892), evangelica, pittrice e patriota romana imprigionata dall’Inquisizione.

Biografia

Nata a Roma, era figlia del medico romano Gaspare Grasselli e di Augusta Nascimbene.

Cresciuta in un ambiente eclettico, dotata di intelligenza vivace, ricevette una vasta istruzione: il padre le impartì l’insegnamento dell’anatomia, Gaspare Landi, uno dei migliori ritrattisti dell’Ottocento italiano, la pittura, ed ebbe come insegnanti illustri personaggi nel campo della storia naturale, della matematica e dell’astronomia.

Nel settembre 1825 sposò il barone Gottlieb Heinrich von Schroeter, pittore romantico del gruppo dei Nazareni. Rimasta vedova piuttosto giovane, trasformò la sua passione per la pittura in mestiere per mantenere se stessa e il figlio Raffaele.

Pittrice di fama, nota per le sue miniature e pitture a olio, ad appena ventitre anni fu nominata socia onoraria dalla “Insigne Accademia Romana del Disegno, detta di San Luca”, e il 24 dicembre 1827 ottenne il diploma, nel quale viene definita “distinta miniatrice romana”.

Fin da giovane dimostrò un carattere forte, una mentalità aperta, un desiderio di libertà, attitudini che sfociarono nell’impegno patriottico. Nel 1848 intuì che era giunto il momento anche per le donne di combattere nella causa risorgimentale.

Fervente patriota, prese parte attiva alla difesa della Repubblica Romana nel 1849, motivo per il quale poi sarà ascritta al Sodalizio dei Veterani delle guerre d’Indipendenza.

Evangelica convinta, subì la persecuzione, narrata nei numeri 16 e 17 de «L’Eco della Verità» (1864). Arrestata nella notte del 10 agosto 1858 da quattro gendarmi che fecero irruzione nella sua abitazione, rimase in carcere per alcuni mesi, privata di qualunque conforto e in condizioni precarie, senza che si presentasse alcun giudice o avvocato, ma soltanto un prete che la Grasselli respinse, dicendo che aveva per confessore e difensore solo Iddio. Ammalatasi, fu condotta in infermeria, dove le venne somministrato cibo avariato, in quanto scomunicata.

Ricevette in seguito la visita di un amico cappuccino, che si adoperò affinché fosse processata equamente e assolta. Carolina Grasselli fu quindi condotta davanti al tribunale del Sant’Uffizio, dove conobbe il motivo della sua prigionia: non andare mai a messa e tenere sul comodino una Bibbia nella versione di Diodati. La donna spiegò di averla acquistata tra i libri vecchi in Piazza Navona e di avere in proposito di continuare a leggerla. Dopo cinque ore di interrogatorio, recitato il Padre Nostro, il Credo e l’Ave Maria, fu rilasciata e poté tornare alla propria abitazione, che era stata svaligiata.

Trovò quindi ospitalità presso un’amica, ma poiché correva il rischio di essere nuovamente arrestata, nel 1861 lasciò Roma travestita da contadina, e dopo un viaggio avventuroso giunse a Firenze, dove si stabilì definitivamente. Carolina racconta che, giunta a Ponte Felice, che segnava il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno d’Italia, vedendo la bandiera tricolore esclamò: “Viva Vittorio Emanuele nostro Re!” suscitando il sorriso delle guardie, che in quel momento le sembrarono “tanti angeli del Paradiso!”.

Si stabilì quindi a Firenze, dove il figlio Raffaele De Schroeter lavorò per l'editrice Claudiana. Morì il 13 gennaio 1892 a ottantasette anni, dopo breve malattia.

Bibliografia

Carolina Grasselli, in «L’Eco della Verità», n. 6 e 7, 13 e 20 febbraio 1864.spazio
Carolina Grasselli vedova De Schroeter, in «L’Italia Evangelica», n. 3, 16 gennaio 1892; n. 5, 30 gennaio 1892.spazio
M. Cignoni, Carolina Grasselli. Pittrice incarcerata dall’Inquisizione, in Scelte di fede e di libertà. Profili di evangelici nell’Italia unita, a cura di D. Bognandi e M. Cignoni, Torino, Claudiana, 2011, pp. 76-77

  • A cura di Sara Tourn
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