Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Giovanni Pietro Meille

Giovanni Pietro (Jean Pierre) Meille ( 24 novembre 1817 – 30 ottobre 1887) pastore valdese ed evangelista, rettore del Collegio valdese di Torre Pellice, fondatore dell'Istituto degli Artigianelli valdesi di Torino, promotore della Colonia marina di Borgio Verezzi, ebbe un ruolo di primo piano della redazione della “Costituzione valdese”. Membro del Comitato di Evangelizzazione, fondatore e direttore dei periodici «L’Écho des Vallées» e «La buona novella», tra i fautori della fondazione della Casa editrice Claudiana.

Biografia

Meille Giovanni Pietro

Nato a Bobbio Pellice, era figlio di Jean Jacques, maestro della Scuola valdese di Bobbio e poi della scuola della borgata Gonin di San Giovanni (ora Luserna San Giovanni), e di Susanne Boudrandi. Minore di sei fratelli e sorelle, di cui soltanto due raggiunsero l'età adulta, dopo il trasferimento del padre a San Giovanni ebbe la possibilità di studiare dapprima seguito dal fratello maggiore Daniele, maestro come il padre, quindi alla Scuola Latina dei Coppieri di Torre Pellice e al Collegio valdese appena istituito, per poi andare dal 1833 a Losanna, dove compì gli studi teologici sotto la guida di Alexandre Vinet, subendo l'influenza del movimento del Réveil.

Consacrato pastore a Torre Pellice nel dicembre 1844, sposò la svizzera Sylvie Ruchet, con la quale ebbe Luigi (1846-1866), Enrico Meille (1848-1901) pastore valdese, Paolo Meille (1851-1902), William Meille (1853-1903) pastore valdese, ed Elisa (1857-1907).

Il suo primo incarico fu come rettore del Collegio valdese di Torre Pellice, dal 1845 al 1850, con l'interruzione di otto mesi dall'autunno 1848 quando insieme ai colleghi Bartolomeo Malan, Bartolomeo Tron e Giovanni Francesco Gay fu inviato dal generale Charles Beckwith a Firenze al fine di perfezionare l'italiano per l'insegnamento alle Valli valdesi. Fondò le prime Scuole domenicali di San Giovanni e lavorò in quelle di Torre Pellice.
La sua collaborazione con Beckwith, di cui fu anche amico personale e biografo, lo portò a lavorare nel campo dell'evangelizzazione come pastore a Torino dal 1850 al 1885, dapprima nella chiesa valdese di lingua italiana fino al 1865 e, dopo l'emeritazione del collega Amedeo Bert, già cappellano delle ambasciate protestanti e primo pastore della Paroisse valdese francofona, alla guida di entrambe le comunità unite. Grazie alla sua predicazione si avvicinarono alla Chiesa valdese figure come Luigi Desanctis e Bonaventura Mazzarella, con i quali successivamente entrò in conflitto a causa della loro scelta di fondare una “Società evangelica” ispirata dalle Chiese libere.

A Torino fondò nel 1865 l'Istituto degli Artigianelli valdesi, istituì la Société des Demoiselles Protestantes pour la protections de l'enfance pauvre, e promosse la creazione della Colonia marina di Borgio Verezzi, destinata ai bambini bisognosi di cure, finanziata in gran parte con denaro proprio.
La sua profonda conoscenza dell'organizzazione ecclesiastica gli fece ricoprire un ruolo fondamentale nella redazione della “Costituzione valdese” approvata dal Sinodo del 1855 e dei relativi Regolamenti organici; inoltre lavorò alla redazione della liturgia per il culto valdese.

Fu incaricato di rappresentare la Chiesa Valdese al Sinodo dell’Unione delle Chiese di Francia nel 1860, alla Conferenza dell’Alleanza evangelica riunita a Ginevra nell’estate del 1861, si recò inoltre in missione in Gran Bretagna e in Irlanda nel 1862 e nel 1864 per raccogliere collette in favore della Chiesa Valdese.
Fu membro del Comitato di Evangelizzazione dal 1864 al 1869, e nel 1867 compì un giro d'evangelizzazione in Emilia, Veneto e parte della Lombardia; inaugurò il tempio di Napoli (1865) e quello di Guastalla (1868). Poco prima di morire, nel 1887, ricevette il titolo di cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Fondò e diresse i periodici «L’Écho des Vallées», nel 1848, e «La Buona Novella» dal 1851 al 1862, e fu tra i fautori della fondazione della Casa editrice Claudiana nel 1855. Con il figlio Enrico scrisse numerosi «Opuscoli del 17 Febbraio», una pubblicazione divulgativa della Società di Studi Valdesi, inizialmente rivolta a un pubblico infantile.
Costretto a chiedere l'emeritazione dal 1 gennaio 1885 per motivi di salute, morì dopo due anni di sofferenze a Torre Pellice il 30 ottobre 1887, e la sua salma fu portata a Torino, dove il figlio William era pastore.

Fonti archivistiche

Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 35, Meille Giovanni Pietro.spazio
Archivio della Società di Studi Valdesi (in ATV), Fondo Carte Famiglia Meille.

Pubblicazioni principali

G. P. Meille, Louis M. mort à vingt ans: quelques souvenirs recuieillis par son père, Firenze Claudiana, 1867.spazio
Le Général Beckwith. Sa vie et ses travaux parmi les Vaudois du Piémont par J.-P. Meille pasteur, Losanna, Georges Bridel éditeur, 1872, (trad. inglese Among the Waldenses: being the life and labours of General Beckwith in the Vaudois Valleys. With an introductory notice by the rev. William Arnot, London, Nelson, 1876; trad. italiana Il generale Beckwith. Sua vita e sue opere in mezzo ai Valdesi del Piemonte, Firenze, Claudiana, 1879.spazio
G. P. Meille, Lettera rispettosa di un torinese a sua eminenza il cardinale Alimonda arcivescovo di Torino, Torino, U.T.E.T., 1884.spazio
Sermons par J.-P. Meille, pasteur de l'Église Vaudoise de Turin, précédées d'une notice biographique, Losanna, Georges Bridel éditeur, 1889.

Bibliografia

P. Lantaret, Jean Pierre Meille, in «Le Témoin», n. 44, 6 novembre 1887.spazio
Gli ultimi tempi di G. P. Meille, in «L'Italia Evangelica», n. 46, 12 novembre 1887.spazio
A. M[eille], Cenno biografico, in Sermoni di G. P. Meille, Firenze, Claudiana, 1890, pp. VII-XXXII.spazio
[J. Jalla], La Famiglia Meille (1550-1954), Roma, Tipografia Regionale, 1954.spazio
G. Ballesio, Due comunità per una Chiesa? Divisioni sociali e di culto nella comunità valdese di Torino, in Valdesi e protestanti a Torino (XVIII-XX secolo). Convegno per i 150 anni del Tempio valdese (1853-2003), a cura di P. Cozzo, F. De Pieri, A. Merlotti, Torino, Silvio Zamorani, 2005, pp. 129-140.

Immagini

  • A cura di Gabriella Ballesio
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