Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Ernesta Passerini Napoli

Ernesta Passerini (1865 – 30 agosto 1949) maestra valdese.

Biografia

Di origine marchigiana, trascorse l'infanzia e la giovinezza a Fano, dove iniziò gli studi per diventare maestra elementare. Dopo aver fatto pratica per quattro anni in una scuola per l'infanzia, si trasferì con la sua famiglia a Forlì, località dove perse tragicamante suo padre.

Estremamente provata dal trauma, venne colpita da una forte depressione che la costrinse ad abbandonare gli studi per qualche tempo. Dopo essersi ristabilita e aver conseguito il diploma di maestra, si avvicinò alla locale comunità della Chiesa Metodista Episcopale, convertendosi insieme alla madre al protestantesimo e venendo in seguito assunta come lettrice biblica.

Nel luglio del 1893 entrò in contatto con Matteo Prochet, all'epoca presidente del Comitato di Evangelizzazione, chiedendo di poter diventare maestra presso una delle Scuole valdesi che stavano sorgendo nella penisola.

Assunta nel settembre di quello stesso anno, venne inviata a Grotte (Agrigento), dove rimase fino al 1897. Nell'autunno del 1895 sposò il giovane Vincenzo Napoli con il quale ebbe due figli.

Durante la sua permanenza a Grotte collaborò con i pastori Oreste Mauro Golia, Giacomo Maugeri, Giuseppe Banchetti e con il maestro evangelista Vincenzo Trobia, occupandosi non solo delle scuole diurne ma anche impartendo lezioni di ricamo e musica alle bambine e alle ragazze.

Nel gennaio del 1898 venne trasferita a Vittoria (Ragusa), dove iniziò ad occuparsi della Scuola domenicale, continuando allo stesso tempo ad impartirte lezioni a tre classi della Scuola valdese, composta all'epoca da ben duecento bambini e bambine. Pur tra mille difficoltà, gli sforzi della donna furono ripagati da diversi attestati di stima, tra cui quello di un ispettore inviato dal Ministero della Pubblica Istruzione che, giunto a Vittoria nella primavera del 1899, rimase favorevolmente colpito dai metodi educativi usati dalla maestra con gli alunni e le alunne.

Nel marzo del 1900 venne trasferita a Palermo, località in cui rimase solo per alcuni mesi. Decisa a seguire il marito, diventato nel frattempo direttore dell'Istituto Gould a Roma, la donna abbandonò temporaneamente l'insegnamento.

Tornata a Palermo nell'ottobre del 1904, rimase in quella località per due anni prima di essere trasferita nuovamente a Grotte a partire dal settembre del 1906. Dotata di un carattere energico, collaborò a più riprese con il pastore Alberto Clot, dovendo però fare i conti non solo con una forte epidemia di scarlattina che spinse molti allievi ad abbandonare permanentemente le lezioni ma anche con una situazione sociale ed economica che stava spingendo i più giovani ad emigrare verso le Americhe, a seguito di una grave crisi che stava colpendo le locali miniere di zolfo.

Dopo aver dato le dimissioni nel maggio del 1909, nell'estate di quello stesso anno si recò con i figli negli Stati Uniti, al fine di ricongiugersi con suo marito, da tempo impegnato in un'opera di evangelizzazione tra gli emigranti italiani a New York, sostenuta dalla United Presbyterian Church.

Trasferitasi in seguito in Ohio, nel 1944 ricevette la cittadinanza americana. Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale organizzò un piccolo centro di soccorso per inviare pacchi di viveri e vestiti alla popolazione italiana, fortemente provata delle ostilità belliche.

Morì a Columbus (Ohio) il 30 agosto del 1949.

Fonti archivistiche

Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 612, Passerini in Napoli Ernesta.  

Bibliografia

Ernesta Napoli, in «La Luce», n. 22, 15 dicembre 1949.spazio
G. Cartini, Maestri evangelici. Percorsi di vita attraverso le lettere inviate al Comitato di evangelizzazione, Tesi di Laurea in Storia del movimento operaio e sindacale, discussa alla facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Torino, realtore A. Lay, A.A. 1992-1992.spazio
G. Cartini, Maestri evangelici. Le lettere al Comitato di evangelizzazione, in «Bollettino della Società di Studi Valdesi», n. 175, dicembre 1994, pp. 80-110.

  • A cura di Luca Pilone
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