Con la caduta di Napoleone si chiude, per i valdesi e gli ebrei, il
quindicennio di libertà religiosa iniziato nel 1798 e si apre una nuova
stagione segnata dalla reazione, ma anche da nuovi fermenti spirituali e
culturali. Il periodo compreso fra la Restaurazione del 1814 e le
rivoluzioni europee del 1848 rappresenta sicuramente un passo indietro per
i diritti civili, ma è anche un periodo di maturazione di nuove tensioni
sociali, politiche, culturali e spirituali.
Il LXIV convegno storico della Società di studi valdesi intende indagare su
alcuni dei temi meno battuti della storia valdese in una prospettiva il più
possibile laica ed europea, affrontando nodi storiografici in parte rimasti in
ombra. Ci si interrogherà infatti sulle reali condizioni di vita nelle Valli
nella prima metà dell’Ottocento, sulle ragioni del crescente interesse del
mondo protestante europeo per la storia dei valdesi, sulle significative
presente di osservatori britannici e sulla reale portata del Risveglio
evangelico, letto da alcuni come la premessa di una rinascita cristiana, da
altri come una manifestazione di fondamentalismo religioso.
Le vicende del piccolo mondo valdese andranno collocate sullo sfondo di
un’Europa in profonda trasformazione, in cui si assiste all’emergere di una
borghesia internazionale degli affari e all’affermarsi dei romanticismi
letterari, dell’idealismo filosofico e del liberalismo politico. Mentre, fra gli
anni Venti e gli anni Quaranta, si pongono le basi di un Risorgimento
politico non solo italiano, ma atlantico, la cui componenti protestanti
devono essere indagata con maggior attenzione.