Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Angelo Deodato

Angelo Deodato (10 marzo 1850 – 4 gennaio 1940), colportore evangelista per la Società Biblica britannica e forestiera, promotore dell’Asilo valdese per i vecchi di Vittoria.

Biografia

Nacque a Castrogiovanni (oggi Enna) da genitori cattolici. Ricevette la prima istruzione da un ex-sagrestano, poi da altri preti, infine dal priore del Convento domenicano di Enna, presso il quale fu sagrestano dai nove ai quattordici anni.

Nel dicembre 1862 giunse a Enna il primo colportore, che offrì ai frati domenicani, insieme ad altri libri, la Bibbia nella versione di Diodati. Questi, ignari della provenienza, ne acquistarono diverse copie, attratti dal prezzo e dalla qualità tipografica. Dopo pochi mesi, una circolare del Vescovo della Diocesi metteva in guardia contro le Bibbie protestanti, e molti dovettero disfarsene, ma non il priore del Convento, Sebastiano Trapani, maestro di Deodato, che lasciata la tonaca sarebbe divenuto maestro valdese. Il ragazzo rimase colpito dal fatto, e crebbe in lui il desiderio di conoscere direttamente il libro che suscitava discussioni così accese.

Un altro avvenimento fu ancora più determinante. Nella domenica delle Palme del 1863 il Priore predicò contro il potere temporale del papa (influenzato dalle idee portate dal passaggio di Garibaldi nel 1862), provocando le reazioni violente degli altri sacerdoti e rischiando il linciaggio, dal quale fu salvato grazie all’intervento del giovane, che lo fece fuggire da una porta secondaria. Dismessa la tonaca, il Priore “eretico” continuò a essere perseguitato e per un certo periodo perse i contatti con il suo allievo, al quale venne fatto credere che era stato fucilato in quanto capo dei rivoltosi di Palermo.

Angelo intanto continuò gli studi presso un notaio, Michele Anzalone, cercando invano di procurarsi una Bibbia. L’occasione si presentò nel 1870 alla morte di un amico, Francesco Bongiovanni, amministratore delle miniere di zolfo del Principe Villafranca ad Agira. Chiamato dalla moglie per esaminare le carte del defunto, Deodato vi trovò una Bibbia, un Nuovo Testamento e Lucilla – probabilmente Lucilla ossia la lettura della Bibbia di Adolphe Monod, pubblicato dalla Claudiana nel 1861, incentrato sul passaggio dall’indifferenza religiosa alla fede grazie alla lettura del Nuovo Testamento. Ottenuti dalla donna questi ultimi due testi, grazie alla loro lettura e ai trattati di controversia di Luigi Desanctis maturò la fede evangelica, che condivise con la moglie, sposata nel 1872.

Essi dovettero aspettare ancora otto anni, fino al 1880, prima di entrare in possesso di una Bibbia, grazie all’arrivo del colportore Innocenzo Glorioso, dal quale Deodato acquistò anche altri libri. Iniziò quindi ad incontrare regolarmente il colportore, per discutere e approfondire diversi argomenti, coinvolgendo anche amici e conoscenti.

Deodato studiava intensamente accanto alla propria attività di calzolaio, con la quale manteneva la famiglia, che nel frattempo era cresciuta con l’arrivo di cinque figli.

Vedendo il suo interesse, Glorioso gli diede l’indirizzo del pastore valdese recentemente stabilitosi a Caltanissetta, Stefano Revel, a cui Deodato scrisse nel gennaio 1882, instaurando un intenso rapporto epistolare. L’incontro diretto avvenne durante una visita del pastore il 6 maggio, che suscitò l’interesse di molti abitanti della città, ma anche l’opposizione del clero cattolico.

Una conferenza pubblica prevista in un locale comunale fu annullata, e Deodato offrì la sua casa, anche per gli incontri successivi, fino al 1891.

Nel frattempo, dai pulpiti delle chiese cattoliche risuonava l’esortazione a non rivolgere più la parola al protestante, pena la scomunica. A questo si aggiungevano le minacce di licenziamento, le pressioni dei familiari su di lui e sulla moglie, le crescenti difficoltà economiche.

Vessato da un boicottaggio che coinvolgeva tutta la famiglia, nel 1887 Deodato pensò di emigrare in America, quando giunse la richiesta della Società Biblica britannica e forestiera di un colportore nel territorio siciliano; il pastore di Messina, Benedetto Lissolo, fece il nome di Deodato, e quest’ultimo accettò, pur non ritenendosi all’altezza. Nell’agosto di quell’anno iniziò l’attività a Enna, quindi a Villarosa, Vittoria, Catania, Messina. Trasferitosi a Palermo, proseguì la missione tra gli zolfatai rimasti senza lavoro, nelle isole Lipari e Ustica, tra i detenuti di Favignana, e più tardi tra i terremotati della Calabria e della Sicilia, e a Palermo fra gli emigranti in partenza per l’America.

Avendo osservato le molte persone anziane indigenti, e conoscendo l’esistenza di istituti che li accoglievano a Firenze e nelle Valli valdesi, pensò di crearne uno in Sicilia, coinvolgendo diverse persone, soprattutto il pastore valdese di Catania Giuseppe Fasulo, ma sarebbero occorsi trent’anni per la realizzazione dell’opera, l’Asilo valdese per i vecchi di Vittoria, inaugurato nel 1933.

Nel 1907, dopo vent’anni di servizio per la Società Biblica britannica e forestiera, in seguito alla morte di un genero e al consueto conflitto con i parenti e i preti per il funerale, decise di trasferirsi nel nord della penisola con le figlie, raggiungendo i figli maschi.

A Torino non trovò una situazione facile: accanto ai conflitti con la moglie e i figli, ormai adattatisi all’ambiente torinese, ebbe difficoltà a trovare un lavoro. Si occupò dapprima delle visite e delle riunioni nella periferia della città per la Chiesa valdese, poi divenne commesso presso la Tipografia e Libreria Battista di Via Passalacqua per intervento del pastore Landels, alternando questa attività, che mal si conciliava con la sua personalità, a missioni di colportaggio in Sicilia.

Nel 1914 raggiunse alcuni familiari a Genova, dove per alcuni anni si dedicò allo studio e alla stesura delle sue memorie. Nel 1919, trovandosi in Sicilia per un’ultima visita alla sua terra, incontrò il Presidente della Chiesa Evangelica Italiana, il pastore Vincenzo Notarbartolo, che gli chiese di seguire come pastore evangelista la chiesa libera di Pisa, ed egli accettò questo incarico, seppur con qualche riserva. Due mesi dopo fu incaricato anche della zona di Marina di Carrara, dove l’opera di evangelizzazione era stata interrotta, e della chiesa di Bologna, rimasta senza pastore.

Nel 1923, dopo un periodo trascorso tra Pisa, Marina di Carrara e Bologna, durante il quale attraversò una profonda crisi (aggravata dalla morte della moglie e dalla lontananza dalla famiglia) fu assegnato a Piombino, dove si scontrò con la repressione fascista. Vi rimase per undici anni, formando una comunità di una trentina di membri – che nel 1929 aderì alla Chiesa Valdese – e instaurando legami profondi, che mantenne anche dopo il ritiro a Genova, continuando a presiedere i culti più importanti.

Morì il 4 gennaio 1940, a novant’anni, di polmonite.

Fonti archivistiche

Archivio Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 185, Deodato Angelo.

Pubblicazioni principali

A. Deodato, Una lampada fra le tenebre. Storia dell’evangelizzazione a Villarosa, Firenze, Claudiana, 1909.spazio
A. Deodato, Il colportore, Torino, Il Risveglio, 1914.spazio
A. Deodato, Reminiscenze. Due parole sulla vita pratica, Torino, Il Risveglio, 1914.

Bibliografia

A. Deodato, Vicende di un colportore nella Sicilia di fine ‘800, Torre Pellice, Società di Studi Valdesi, 1983spazio
A. Della Portella, La parabola della memoria: racconti di servitori di Dio nell’Italia del secolo scorso, «Bollettino Storico-Bibliografico Subalpino», anno LXXXIX, 1991, I semestre, pp. 91-113.spazio
G. Solari, Produzione e circolazione del libro evangelico nell’Italia del secondo Ottocento. La casa editrice Claudiana e i circuiti popolari della stampa religiosa, Manziana, Vecchiarelli, 1997.

Immagini

  • A cura di Sara Tourn
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